Se in dispensa non c’è un tubero, anzi, se c’è giusto quello, e avetevogliadiqualcosadibuono, a patto che non soffriate di disturbi epatici o di diabete ho una ricetta per voi.
Prendete due patate, studiatele bene, accertatevi che siano del tipo adatto alla frittura; se non lo sono, desistete e fatevi un purè.
Una volta superato l’esame preliminare, lavate e pelate le patate, munitevi di una terrina, una grattugia a fori larghi, un cucchiaio di farina, sale, pepe, olio e una padella.
Scavalcate il recinto del vicino e rubategli un rametto di rosmarino, o qualunque altra erba vi piaccia, notoriamente più verde da quelle parti. Attenti al cane.
Tornati in casa, riprendete fiato, lavatevi le mani dalla bava canina e grattugiate le patate a julienne. Occhio a non fare filetti di dita: il colore finale dovrà essere dorato, non rosé.
Aggiungete la farina, gli aghi di rosmarino sminuzzati, sale e pepe. Fatene un pastrocchio indefinito. Poi, con un cucchiaio o con le mani, a seconda che siate schizzinosi o meno, date forma approssimativa di frittella e tuffate in olio ben caldo. Bevanda a scelta e lo sfizio è tolto.