E’ adesso

Raccolgo le mie cose
tra poco cambio ancora casa.
Fingo una miopia improvvisa
qualche distratto malumore
ma a inciampare è la memoria invece
l’equilibrio dei ricordi
più di quello dei fardelli.
Sopporto che a incerte voci del profondo
si sovrappongano i discorsi dei vicini
dico loro che il tempo forse cambierà stasera
cercando di evitare i saluti del commiato
i congedi perentori: parlare dei malanni accidentali
dei rischi di stagione
è l’autorizzazione collettiva
a rimanere soli.
Ma il futuro, per i fantasmi che non vogliono morire
non può che continuare per come invece è stato
l’orizzonte è una prospettiva incerta
che notte e giorno attraversiamo.
Per noi che resistiamo senza previsioni
è nell’adesso del momento
l’infinito del dolore
infinito strano, solo umano.
La geografia dei sentimenti
– penso mentre scendo queste scale
è un’intelligenza difettosa
un sentimento azzurro, complicato
del mondo che abitiamo.
Ci sfugge di continuo
la consistenza delle cose
ogni giorno si nasconde
quello che si perde
quello che cerchiamo.

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