Se esplode il silenzio, che rumore fa? Rari cani col padrone, guardinghi. Un runner con cibi caldi scivola sull’asfalto. C’è solo l’aria. Senza smog, ma guarda. Siamo immersi nel nulla, sospesi, spauriti, specie i bambini. Lui, il Nemico Mondiale, è in giro, micidiale e invisibile. Che rumore fa un virus ? Che silenzio fanno tre miliardi di persone ferme ? Bisogna trovarsi in una Covid corsia per sentire l’urlo della dispnea, il dài-dài degli eroi, la disperazione dei numeri. Non ci avevamo pensato. Non lo sapevamo. Correvamo e basta. Italia (Europa?) Anno Domini 2020, bisestile. Il Papa prega dal santuario pneumatico: “Solo tutti insieme”, dice. Si sono fermate persino le guerre, Cristo Santo. Sui social ci si chiede perché, accusando tutti e nessuno, cani, mascherine e i maledetti crucchi -che ci vorrebbero suicidi&felici- con un’unica certezza: non si può, non si deve uscire di casa. Per quanto ancora? Dopo Pasqua? Mai? Sarà comunque un’Italia Dopo Cristo. Al nord sciami di persone sono cenere (oltreoceano fanno fosse comuni, noi mai !). Al sud e non solo, c’è fame e rivolta: molti scardinano le case-bunker, non per cantare ma per nutrire i figli. Gentaglia gli soffia sul collo: “spaccate, prendete”. Il Divo Amatissimo offre generosi aiuti. “Pecché ce capisce sule Maradona a nuie? Mo’ ce pigliamme tutt ‘e cose”! Poi lo stop dal video: “Miserables: eccovi il pane”. Ce n’è per tutti, persino per… gli artisti! Dico GLI ARTISTI, miracolosamente trasfigurati in Persone Come gli Altri. La-vo-ra-to-ri. Poteva accadere solo nella fantascienza che ci tormenta oggi ma c’è chi resta fuori. In un pianeta girato al rovescio i “Furono Vip” tentano ancora qualche giullarata ma ormai è fatta: mai più spazzatura in onda, l’hanno capito anche i cassonetti, colmi di paura. E’ l’ora di chi viveva già da decenni intubato in un silenzio siderale, morto ma vivo, in compagnia del proprio corpo crudo, costretto a fingere una normalità che, adesso lo capiscono persino i “normali”, non c’è mai stata e non ci sarà più. Il mondo era solo illusione, violenza, manipolazione, corpi al macero, coperti da rumori assordanti che sono spariti in un bang. Ed ecco, ora si vede tutto in trasparenza, lo si vive: che rumore fa la solitudine, la fatica, che rumore fa la speranza. Chi/cosa è essenziale. Qualcosa accadrà, dopo la fine. Quei corpi crudi, lo sanno, lo annusano meglio: “È inutile ca ce fate cantà d ‘e balcune”, gridano. Dal futuro, ora che la curva dei contagi, finalmente scende, abbiamo, da Utrecht a Enna, una sola cruda chance: il Nuovo.