Edith e le altre

Anime dimenticate
volate in alto
nella polvere dei fumi
Abbiamo ascoltato
racconti ricordi singhiozzi
di grandi vecchi,
occhi liquidi e dignitosi.
Quel numero nero
sul braccio
accoglie le carezze
di un nipote bambino.
Un giorno dirà
sono il sangue del dolore
sono la memoria
di numeri infami.
Quel tempo feroce
impresso nella mente
non sarà dimenticato.
Ora che il puzzo dei carnefici
torna di nuovo
a impestare le nostre vite
una invettiva mi riempie
i polmoni e la bocca
che dio vi maledica.

L’esperimento di pubblicare insieme un testo e un commento è riuscito; perciò quando ne avremo l’occasione lo faremo senza più aggiungere alcuna segnalazione. L’accordo dell’aut-rice -ore del testo è implicito.  La Redazione 

Commento di Franca Quatrini

Straordinario esordio lirico nei versi iniziali dove si riesce a cantare il volo dell’anima dentro l’atrocità dei forni. Ma si sottolinea anche la possibile dimenticanza che nonostante tutto può caratterizzare l’umano. Ma la vita alcune volte ce l’ha fatta e ha mantenuto le stimmate nei numeri oscuri e avvilenti su braccia ricche di dignità. Numeri da tenere presenti e indelebili nel dolore e nella speranza. Ma al canto si oppone la rabbia che è giusto gridare, è giusto fare sentire. La storia del male non sembra finire. Forte e dolorosa la vita in quegli occhi che dignitosi sono riusciti a proseguire il cammino, gli occhi di pianto inguaribile allagati da un dolore infinito. E un monito nella maledizione finale esplosione che dovrebbe tuonare e distruggere il male. Grande poesia di Rita Tagnani che nell’uscire fuori dai canoni li riscrive prepotentemente ed eticamente.

 

2 commenti su “Edith e le altre”

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