Elle

Avvertenza e scuse preventive per chi avesse gradito il film di cui sotto: questa è una stroncatura.
Gli ingredienti per confezionare un ottimo film c’erano tutti: un’attrice straordinaria come Isabelle Huppert, una storia di violenze passate e presenti, rapporti tormentati genitori-figli. Ma il regista olandese Paul Verhoeven questa volta ha voluto strafare. E non sempre le ciambelle, anche torbide e discusse ma vincenti come il suo famoso “Basic istinct” (1992), riescono col buco.
Michelle è una donna in carriera di mezz’età, produce videogiochi, ha sotto il suo dominio – qui comando io, è il suo motto – uno stuolo di giovani creativi che assecondano, anche se di malavoglia, tutte le sue richieste.
Ha alle spalle un matrimonio fallito con un marito debole e vanesio, un figlio piuttosto pirla che si lascia manipolare dalla fidanzata, una madre svitata e botulinata, un’amica del cuore con cui condivide il lavoro e altro, un’infanzia bollata da tragici avvenimenti.
Elle” ( che può essere “lei” o il diminutivo Michelle) è gracile ma determinata e ama controllare tutti gli aspetti della sua esistenza, non solo sua, anche quella di amici e parenti. E così, quando succedono fatti strani e pericolosi che mettono a repentaglio la sua stessa sopravvivenza, decide di fare da sé.
Presentato a Cannes con già numerosi riconoscimenti alle spalle, il film di Verhoeven mette in serio imbarazzo la critica, indecisa se acclamarlo come capolavoro o nutrire qualche – doverosa – riserva. In equilibrio instabile tra thriller psicologico e commedia grottesca, “Elle” non riesce a essere né l’uno né l’altra. Incongruenze e prevedibilità nella trama sono la cifra stilistica del film. Che segui comunque in tensione per oltre due ore, ma i colpi di scena e i momenti che vorrebbero essere drammatici risultano talmente scontati da apparire di maniera. E anche i passaggi sanguinolenti o di sesso non riescono a ravvivare il contesto. Tanto meno il finale edulcorato e in contraddizione con tutto il resto.

Tutto si regge sulle spalle della Huppert, grande interprete, che riesce comunque a incarnare il personaggio di una donna vincente, forte, quasi feroce nella sua determinatezza. Ma anche lei non è sufficiente a far decollare un film di poca o nulla sostanza.

Elle” di Paul Verhoeven (Francia 2016)

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