Un giorno, verso l’inizio degli anni settanta un venticello comincio a spirare: “la calza corta é da sfigati”, allora quella di ordinanza era bianca ed effettivamente tristanzuola. Comunque, incolonnati come manzi al macello, ci adeguammo tutti al gambaletto alto e scuro.
Io, che da Mamma avevo avuto in dono polpacci da quattrocentista, con difficoltà maggiori; ma guai non adeguarsi. Anche nell’ambiente barricadero della mia gioventù derogare alla calza lunga era in odor di eresia e potevi essere tacciato di Trotzkismo come di calzacortismo.
Quanto meno, all’epoca, andava per la maggiore il pantalone a zampa di elefante e il rimbocco del gambaletto, preceduto dal sollevamento della porzione tibiale del pantalone, era agevole.
Io passavo buona parte del tempo libero a fumare (allora si fumava molto) e a tirarmi su le calze, in un su e giu che ha definitivamente scolpito i miei possenti muscoli dorsali.
Ma niente, il polpaccione si divincolava e nel giro di minuti mi trovavo “arrotolato” come il mio idolo, Mario Corso, meglio noto come il piede sinistro di Dio.
Eppure facendo ricerca, l’eleganza maschile, fin che ha avuto profumo anglosassone, omologava il calzino; la mania del gambaletto è scritto sullo snodo che porto’ alla egemonia Italiana, insomma una carognata nostrana. Sappiamo come é andata a finire…..tutti (quasi) tatuati e depilati come polli.
Ora nel corso della mia attuale residenza Bretone, lontano da tutele ed affetti, giorni fa ho impattato l’atroce dilemma: asciugare i gambaletti partoriti dal ventre umido della lavatrice con il phon o andare in ufficio con una calzetta corta comprata ad Hong Kong (là non si trova altro). Essendo come noto un rivoluzionario (e un pigro) ho scelto la seconda azzardatissima ipotesi.
Mi si é spalancato un nuovo mondo, ho trascorso una giornata frizzante, volata via senza dover spiaccicare ripetutamente la guancia contro la scrivania per accedere, con sufficiente ricchezza, alla caviglia tentando di insaccare il polpaccione; la camminata leggera più elastica, la circolazione più fluida, insomma un uomo nuovo.
L’esperienza insomma mi ha portato ad una nuova determinazione ad una svolta nella mia vita: mai piu senza calza corta !
L’avvenire é incerto, le forze ostili possenti e pervasive, ma un rivoluzionario guarda avanti con la consapevolezza della ragione.
UOMINI DI TUTTO IL MONDO RIBELLIAMOCI ALLA ATROCE SCHIAVITU’ DEL GAMBALETTO !!