Emily Dickinson – IO

Traduzione e commento di Giovanna Nuvoletti. Immagine e scelta musicale di Aglaja

“Mi spaventa avere un Corpo –
anche avere una Mente –
totale – precario Possesso –
Proprietà involontaria.
Patrimonio intestato a capriccio
a una Erede innocente –
Regina un attimo d’Immortalità –
e con Dio per Confine”.

E se lo dice lei. Emily. Che spavento essere io. Essere “io”. Dentro una gabbia. Chi di noi non lo prova? Non riesco a guardarmi in uno specchio, per paura di vedermi l’anima. Non oso pensarmi, per non restare inabissata in me. Io, per un attimo, Dio, per sempre. Condanna eterna, privilegio – a vederlo a sentirlo – senza una fine e dentro l’Universo. Emily era mistica e atea. Viveva gli anfratti della materia, e sapeva che non era l’atomo, indivisibile. Emily non credeva in dio, ma dio credeva in lei, e in lei si perdeva. PS. Perdonatemi le libertà che mi sono presa a tradurre – lei non se avrebbe a male. Nuvola.

Ecco il testo originale:

“I am afraid to own a Body –
I am afraid to own a Soul –
Profound – precarious Property –
Possession, not optional –
Double Estate – entailed at pleasure
Upon an unsuspecting Heir –
Duke in a moment of Deathlessness
And God, for a Frontier”.

E la musica di Peter Gabriel

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