Emozioni doc

Mi chiamo Tilde. Ho una bottega nella piazza di un paese di 200 anime e tre o quattrocento animali. Vendo stati d’animo freschi. Di giornata.
Come al solito, mentre sto per chiudere arriva la Gina, moglie infelice del Gino Bastard.
-Scusa l’ora Tilde, mi daresti un etto abbondante di pazienza?
-L’ho finita Gina. Tutta.
-E io come faccio adesso? Va bé va bé, dammi un po’ di sopportazione, anche di ieri.
-Nemmeno una briciola. Lo sai che tengo solo roba fresca.
-Misericordia!
-Finita anche quella, Gina.
-Ma no, ma no, dicevo: misericordia, come faccio a tornare dal Gino stasera? Mi scapperà quel poco di pazienza che mi è rimasta.
-E menomale, così io posso raccoglierla e rivenderla, anche se preferisco tenere sul banco la mia. Sono per i chilometri zero e le origini controllate.
– Ossignur, chi lo sente quello?! Lo sai come diventa. Dice che gli tolgo i sentimenti.
-Gina, fai così. Vai dal macellaio e ti fai dare due belle fette di salame. Te le metti sugli occhi e chi s’è visto s’è visto.
-Grazie Tilde. Lo vedi perché ti chiamiamo così? Matilde non faceva per te. Quel Ma lì davanti è un dubbio che non puoi permetterti con il lavoro che fai.
-Vai Gina, vai a casa e guarda nella dispensa, caso mai ti fosse rimasta una manciata di amor proprio.

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