Epopea con strafalcioni

Nel 1984 il grande autore di fantascienza catastrofica J.G. Ballard decise di rivelare al mondo la propria sconvolgente esperienza di imberbe adolescente nella Shanghai stravolta dalla guerra pubblicando “L’Impero del Sole” (Rizzoli, 1986, e CDE, 1988, 325 pp.), che si trasformò subito in un successo clamoroso, grazie anche alla trasposizione cinematografica di Spielberg; ma come al solito il libro è un’altra cosa, ancora più raccapricciante, così come la versione italiana di Gianni Pilone Colombo.

A pagina 6, prima che la storia abbia inizio, nella mappa dei luoghi appare un assurdo “Campo d’azione di Lunghua”, che ovviamente era un campo d’aviazione!

Ma gli strafalcioni del traduttore sono i seguenti, al netto di un uso smodato del termine ‘disusato’ invece di ‘fuori uso’, con un solo ‘in disuso’ a pag. 175:

– S’incontrano vari ‘Bianco-russi’ per russi bianchi ?! Con solo un russo-bianco a pag. 63.
– “l’acme (…) al quale” … L’acme è femminile !
– “gli assi di legno” … Sempre femminili, come le tavole !
– “i/dei/dal/dai pneumatici/-o” … purtroppo richiedono gli/degli/dallo/dagli.
– “cammuffamento” quattro volte con la doppia emme, ma perché ?!
– ‘cino-’ per ‘sino-’ … e così i giapponesi devono combattere contro i cani ! (tranne a p. 301).
– “col fucile ispallato” (?)
– ‘scenosamente’ per ‘scenograficamente’…
– ‘scortarsi’ per ‘ri-fornirsi’, ‘farsi una scorta di cibo’ …
– “i fiori di carta le s’incoronarono intorno in un’incerta ghirlanda” …

Incerto rimane il lettore, di fronte alle ultime righe (p. 325) di questo capolavoro sanguinante.

 

2 commenti su “Epopea con strafalcioni”

  1. AMELIA BELLONI SONZOGNI

    Quello che ammiro in Marco Morello sono – tra altre e varie competenze – la pervicacia e la costanza con cui riconduce al corretto. Si tratta di un atteggiamento che temo si sia perso nella costruzione delle persone e andrebbe recuperato, perché – per quanto sia vero che c’è spesso “ben altro” – le solo apparenti piccolezze fan presto a diventare enormità.

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