Chiama con un filo di voce. Una voce che, si percepisce, stanca e triste. Mi chiede, con una cortesia davvero d’altri tempi, se possa prenotare un esame piuttosto particolare. Esame che, come temevo, ha unicamente date distanti geograficamente e temporalmente. La signora, dopo una breve pausa, mi dice di non preoccuparmi, che lo aveva messo in conto. Poi, dopo un attimo, mi racconta: “sa, io quell’esame l’avevo a novembre scorso. Ma poi mi hanno operata proprio in quei giorni, e così ho perso tutto”. Piange la signora, ma di un pianto dignitoso e composto. Io la invito a non scoraggiarsi, a ricontattarci e a riprovare a prenotare. Lei mi ringrazia e si scusa per lo sfogo. Ed io che caccio dentro, forzatamente, quella lacrima che sta spuntando anche a me. Ma, soprattutto, quel dannato senso di impotenza. E di ingiustizia.

Immagine di Aglaya
Impotenza Ingiustizia Servizio Sanitario
“operatori”, persone come noi che si immedesimano. Bello sapere che ci sono! Bello raccontarli così bene e leggerli.
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