Estate? Un’elegia pop

Chiusa nell’ombra condizionata della casa cittadina, rimpiango la dolcezza acuta di certi pomeriggi di vacanza, appisolata in penombre profumate di mare o d犀利士
i campagna. Certi volgere di giornate infuocate in notti senza riposo, nella quiete del mormorio d’acqua che scorre, profumo di gelsomino o di lavanda; o a sussurrare piano, per non turbare il sonno senza giudici di infanti sudacchiati. Altre notti ragazzine rimpiango, a camminare, con occhi nuovi e sogni intatti, sulla strada sterrata dal paese al buio e ogni luce in cielo era un segnale. Come un mantello, vedevo la via lattea attraversare quel nero ch’era blu da navigare. Occhi di uomo con l’invito dentro, mani salde, membra sode e le mie braccia così forti e brave, rimpiango. Il profumo di cespugli di cappero, d’origano e dei fichi, colti certe mattine a colazione, in giorni maturi e sazi, pieni. E ancora, notti nascoste tra giorni insoliti, misteri di ricerca e di scoperta, quando la luce va, nel buio trovi e riconosci al tatto. Provo quell’acutezza, ancora, e spero non sia solo rimpianto. Pianto lo è già, ogni tanto, poi passa. Come l’estate.

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