È cominciato tutto con una fuga. Eva e Adamo scappano, un individuo in armi dietro di loro, pare agisse per motivi sacri. Enea fugge da Ilio, distrutta da una guerra, il padre Anchise sulle spalle che non ce la farà. Incontra Didone, e va a fondare Roma. Navi partono dalla Grecia, portano con loro vite e cipressi, per celebrare vita e morte. Ci lasceranno Paestum, Siracusa e ci daranno una mano per Bolgheri. Giuseppe e Maria scappano verso l’Egitto, per ora sono gli unici ad andare verso sud, i soldati alle loro spalle e un dio contro un altro. I due portano il bambino, fanno la strada inversa dei loro padri, quegli ebrei che Mosè portò via, in un altro esodo.
Sono scappati da Berlino Est, loro avevano i cetrioli sottaceto e le mutande di plastica, noi i blue jeans e la Coca Cola ma non la Stasi, ci hanno portato il sogno di poter scavalcare ogni muro, e piantare grano dove erano solo cimiteri.
Fuggono i Siriani, da Aleppo, i Curdi da Kobane. I disperati e gli eroi restano: donne in armi che piuttosto di perdere si fanno saltare in aria, morendo e vincendo; poeti della vita che non sanno andar via dai propri sogni, e si fanno sgozzare sulla porta del loro museo, regalandoci il significato estremo della conoscenza. Ma le famiglie, gli studenti a cui l’ignoranza armata ha distrutto le scuole, i bambini razziati d’infanzia, le donne orfane di primavera, loro partono. Ancora un’altra fuga. I doni, porteranno doni.
(da un’idea di Cristina Cilli)
Cosa puoi fare di concreto per aiutare i migranti, Valigia Blu