FARE LA SPESA OGGI

Fare la spesa. Mai avrei pensato che un’attività così banale un giorno sarebbe diventata il momento peggiore della settimana. Indosso una mascherina che ho già usato troppo, non protegge da nulla e non riesce a dare nemmeno l’illusione di non ammalarsi, ma portarla è un segno di rispetto nei confronti di chi in quel market passa tante ore al giorno. Le mascherine proteggono la bocca e il naso, ma non coprono gli occhi, così vedi la tua tristezza riflessa negli occhi degli altri, e il gonfiore e le occhiaie di notti insonni passate a leggere notizie che ci dicono sin dove il virus si è spinto.
La paura di ciascuno la leggi nei movimenti, nel fermarsi quando qualcuno sta già prendendo quello che volevi tu, e allora fai il giro largo e quella cosa la prendi dopo.
La ragazza del reparto salumi è gentile, ha una mascherina colorata. “Io la userei anche tutto l’anno, perché mentre parlo coi miei clienti qualche sputacchio può partire”. E’ onesta. Le chiedo dell’alcool, e poi del lievito di birra. “L’alcool non c’è, e non lo riportano neanche. E’ diventato introvabile. Non c’è neanche il lievito di birra, ma puoi usare quello in polvere per la pizza, io mi trovo bene e almeno è a lunga scadenza”. Lunga scadenza. Ogni cosa ti ricorda che il tempo è fermo non si sa per quanto. Mentre vago sconfortata tra gli scaffali gli occhi diventano umidi. Umidi per l’uomo che porta una mascherina di carta tenuta insieme da punti metallici e graffette raccoglifogli. Umidi per la vecchietta bloccata alla porta d’ingresso. “Aspetti signora, lei oggi è venuta già quattro volte in negozio, non dovrei nemmeno farla entrare”.
Il market. Lo specchio dell’unica vita che abbiamo a disposizione oggi. Non ci trovi quasi più nulla di quello che vorresti, ma quel poco è tutto perché ti fa vivere. Grazie!

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