L’ultimo dei paradossi romani. Per venire a conoscenza del fatto che c’è una mostra da vedere assolutamente, che non riguarda i (soliti) Van Gogh, Banksy, Pasolini, nelle (solite) meravigliose sedi museali, serve il marketing più antico del mondo: il passa parola. E così eccomi entrare dal solenne portale di Piazzale Aldo Moro, all’Università della Sapienza.
Sì, perché a quanto pare è in uno dei meandri della Urbs Studii che i (soliti) uomini e donne di buona volontà, certamente non remunerati per l’occasione, hanno messo su una sorprendente mostra di Gino Galli, artista futurista (e non) degli anni del ventennio fascista. Pittore notevolissimo e personaggio così controverso e scomodo, in vita e in morte, da essere praticamente dimenticato.
C’entra sicuramente qualcosa il suo essere orgogliosamente fascista MA omosessuale, undercover al servizio dell’OVRA, amico di Bottai, futurista della prima ora come allievo prediletto di Giacomo Balla e, in definitiva, pictor optimus.
Non è stato facile raggiungere, in piena sintonia con l’oscurità del personaggio, la nascostissima sede della mostra, all’interno del Laboratorio di Arte Contemporanea, sotto la guida della gentilissima direttrice Ilaria Schiaffini. Il che mi ha consentito però un viaggio sentimentale sui luoghi di un remoto passato, con tappe all’ingresso di Giurisprudenza dove 55 anni fa volavano banchi e tavoli dalle finestre, e sul sito dell’orrendo assassinio di Marta Russo. Momenti per me di commozione e riflessione profonda, camminando per una Città Universitaria così pulita e ben tenuta da far risaltare il confronto con la Roma lasciata al di là dei cancelli d’ingresso.
Tornando alla mostra, che consiglio a tutti, comincia subito con una sorpresa: Galli futurista viene, cronologicamente, prima di Galli ritrattista e figurativo, per concludersi con alcuni paesaggi probabilmente eseguiti dal pittore per sbarcare il lunario, essendo caduto in disgrazia col regime. Futurismo di alta qualità, con chiare influenze del suo maestro Balla e di Boccioni e, a seguire, scuola romana di valore, con un ritratto di Bice Pupeschi, potente amante di Bocchini, terribile capo della polizia di Mussolini, diversi splendidi ritratti ed autoritratti, due sfacciati tableau sul tema dell’autoerotismo femminile e maschile. Il tutto vale certamente la pena.
Gino Galli (1893-1954) – La riscoperta di un pittore tra Futurismo e Ritorno all’ordine – Mostra a cura di Edoardo Sassi e Giulia Tulino. MLAC – Museo Laboratorio di Arte Contemporanea – Università La Sapienza Roma. – Aperta fino al 6 maggio 2023