Febbraio

Febbraio ha le unghie affilate, i denti dell’orco, di pietra focaia, e braccia d’uccello alle radici dei rami.
Veglia senza sfiorarla la terra, la tocca solo ogni tanto, quando sogna di amarla perché ancora si rinnovi la vita e nuovamente la zolla si trasformi in scogliera.
Nella dilagante pianura il gelo fa di ogni casa un rifugio, un baluardo assopito, roccioso contro la notte e il demonio che corre nudo tra i campi, quando nessuno lo vede ed è allora il difficile inciampo, l’invisibile foglia che allunga l’affanno e la strada agli amanti.
Febbraio nasce a dirupo sul mare, per tutta la vita è perduto.
Febbraio sospira di roccia e di scogli.
È annegato per caso, d’inverno, in un soffio di cielo

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