Fiaba di Natale

Che coppia inquietante! Non posso definirli anziani. Una recente ricerca ha stabilito che fino a 75 anni non si è anziani e questi 75 cadauno non ce li hanno.
La loro auto è ferma. Sia lui che lei hanno l’aspetto di qualcuno visto in televisione o al cinema.
In questi casi le opzioni sono : fai finta di non vedere, vedi e passi pensando avranno già chiamato il “soccorso”, ti fermi di primo acchito, oppure li vedi apparire vuoi optare per le prime due soluzioni, poi il rimorso ti fa accostare, tra i 50 ed i 100 metri più avanti, scendere dall’auto e fare i 50 o 100 metri a piedi a ritroso.
Mi ritrovo a scegliere l’ultima opzione e scendo per fare tra i 50 ed i 100 metri, facciamo 75 e non se ne parla più.
Giunto al loro cospetto, nell’oscurità della sera abbozzo un sorriso che vuole essere nello stesso tempo confidenziale e di disponibilità all’aiuto.
La coppia all’unisono gira il collo dalla strada alla mia persona. Prendono a squadrarmi senza che lo sguardo di lui e il viso di lei tradiscano alcuna emozione.
Eccoci, fermi gli uni di fronte all’altro.
Prima che io possa profferire parola, di scatto, l’uomo mi punta con l’indice dicendo con voce decisa:
“Chi è Lei ? Non si azzardi a fare un passo in più. Fermo!”
D’istinto quasi mi viene di alzare le mani in alto, anche se questo ordine non mi é stato impartito.
Ora fermo sul ciglio della strada, mentre sto imprecando tra me e me sul chi me lo ha fatto fare di fermarmi, la “robusta” si scioglie in un sorriso e mi parla: “Non dia retta a questo burlone, scherza sempre. Anzi Lei è stato molto gentile a fermarsi”.
Sto per abbozzare un sorriso di sollievo (lo so, quello di sollievo è un sospiro), ma la voce di lui si fa più alta di quella della signora. “La prego di restare fermo lì” e rivolgendosi alla donna continua: “Non possiamo fidarci del primo che passa”.
Avrei voglia di dire “…del primo che si ferma…”, ma lascio perdere. Come si dice: “tra moglie e marito non mettere il dito”. Ma saranno moglie e marito?
Mentre faccio questi pensieri, la donna lo incalza: “Tu e le tue fisse per questo segreto. Che sarà mai. Te l’ho sempre detto che io la penso al contrario di Biante di Priene, la maggioranza degli uomini è buona”.
Mezzo arrabbiato lui: “Zitta. Sei matta o dovrei dire matto?”
Adesso si guardano in cagnesco, mentre io continuo a capirci molto poco.
Vorrei poter solamente dire: “Cara coppia o caro signore e signora o cari signori, io vi saluto e vi lascio al vostro guasto e alle vostre diatribe”. Girerei i tacchi e me ne tornerei alla mia auto per ripartire e rientrare al più presto a casa.
Improvvisamente lui si rivolge alla donna: “Siamo alle strenne, oh no che dico, alle strette e hai ragione tu. Bisogna fidarsi, ma solo perché ce lo impone la nostra missione”.
Inizio a pensare di essere finito, per sbaglio, in qualche missione segreta stile 007 che viene compiuta nelle ore serali della vigilia di Natale mentre tutti sono in casa e le strada sono libere.
La donna, sempre più bonaria rispetto all’uomo, si rivolge a me con gentilezza.
“Abbiamo avuto un imprevisto. É terminata la benzina. Il nostro pieno lo abbiamo dovuto lasciare a una coppia che ne aveva bisogno per poter fare il loro, chiamiamolo, lavoro. Riscaldare una coppia con un bambino. Pensavamo di farcela… ma qui sono tutti chiusi. Sembra quasi un lockdown”.
Non riesco a dare un senso al discorso. Saranno due matti. Non resisto e sbotto:
“Tutti chiusi ? Ma se neanche 2-3 chilometri prima era aperto e anche altri distributori lungo la strada lo erano… e poi ci sono i self service!”
I due all’unisono: “Abbiamo bisogno di “benzina” speciale”.
“Sarebbe ?” dico io.
Le gote della donna si fanno più rosse di quanto già non lo fossero mentre lui mi fa: “Paglia, fieno. Abbiamo bisogno di questo tipo di benzina”.
Sempre più perplesso arrivo a replicare: “Non so chi siete, chi vi ha mandati, perché questa sera vi ho incrociato e mi sono pure fermato. Ma una cosa è certa, siete fortunati. A cinque minuti da qui c’è una azienda agricola e il titolare, che conosco, ha casa proprio lì. Ora vado. Tra poco sarò di ritorno. Vi assicuro che non è una scusa per scappare”.
Sorridono e mi dicono: “Lo sappiamo che non sta scappando”.
Con una scusa banale riesco a farmi caricare di fieno tutto il bagagliaio dal conoscente e ritorno sul posto.
Da lontano già vedo l’uomo che ora indossa abiti diversi da quelli di prima e per di più non proprio ordinari. Fossi un personaggio famoso inizierei a pensare di essere su “Scherzi a parte”.
Ma non sono un personaggio famoso e mi tocca scendere dall’auto e lo faccio sorridendo. “Ecco, risolto”. Apro il bagagliaio: “la vostra benzina!”
Scarico le balle di fieno e vorrei sistemarle nel loro bagagliaio. Ma è zeppo, pieno come piena è tutta l’auto.
Mentre sto per gridare “Voi siete matti”, una improvvisa luce bianca abbaglia tutto. Penso a una colonna di TIR che prova a rientrare in fretta per il cenone.
Scompare il bagliore e l’auto della coppia non c’è e non ci sono più nemmeno i due. Vedo, però, delle renne ed una slitta stracarica di sacchi e scatole di ogni dimensione e intenti a offrire fieno alla renne ci sono un grosso signore vestito di rosso con tanto di barba bianca e un tipo piccolo, esile, vestito tutto di verde.
“Caro signore avrà capito. Noi ora scappiamo perché siamo in ritardo”.
L’uomo vestito di rosso dall’alto della sua slitta trainata dalle renne mi fa: “Mi raccomando non ne parli con nessuno, è il nostro segreto. Ma se vuole può scriverci una fiaba. Buon Natale”.
(Mic L’ape 🐝)

P.S.: le renne mangiano solitamente i licheni, ma la notte di Natale era difficile trovarne lì.

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