C’era una cosa che non le aveva mai detto. In tanti anni di matrimonio non aveva mai trovato il momento adatto per dirglielo, l’occasione.
«Amore…» lei con un filo di voce si mosse leggermente sulla sedia e si arrestò terrorizzata.
C’era un ordigno legato alla sedia. Una bomba che sarebbe esplosa nel giro di un minuto o se lei, muovendosi, avesse variato il peso che ne impediva l’innesco.
Inginocchiato, la fronte imperlata di sudore, le sfiorò la mano per rassicurarla, come aveva fatto dodici anni prima quando, sempre in ginocchio, le aveva chiesto il grande onore di diventare sua moglie. Non ricordava la formula esatta che aveva utilizzato, ma di certo non recitava “finché un filo rosso o blu non ci divida”.
Gli occhi di lei erano grandi e umidi, aveva il terrore di lasciar traboccare le lacrime: forse sarebbero state sufficienti a variare il peso che l’avrebbe fatta esplodere.
Lui rigirò le tronchesi tra le mani, spostandole alternativamente da un filo all’altro. Il timer continuava la sua corsa all’indietro. Mancavano una manciata di secondi: peso o non peso, se non avesse trovato il modo di fermarla, quella bomba sarebbe esplosa facendo a brandelli loro e tutto quello che si fosse trovato nel raggio di trecento metri.
«Amore, ti prego…»
Non era mai riuscito a dirglielo. Accidenti a lui e al suo orgoglio! Tutti quegli anni sprecati per chissà quale vanità. Avrebbe dovuto ripeterglielo ogni giorno della loro vita insieme e ora poteva essere troppo tardi.
Spostò con decisione le tronchesi sul filo di destra. Guardò negli occhi la moglie e trasse un profondo respiro.
«Tesoro: sono daltonico» e così facendo tagliò di scatto il filo.