Chiariamolo subito. “Finalement” non vuole dire finalmente ma “alla fine”. L’ ottantasettenne Claude Lelouch, pur ripromettendosi di girare ancora altri film, si mette al sicuro regalandoci questo delizioso melò alla ricerca del tempo e del senno perduto, ricchissimo di spunti agrodolci. Seguendo i vagabondaggi del suo alter ego Lino Massaro (Kad Merad), avvocato in crisi fisica ed esistenziale, su e giù per la Francia più vicina al suo cuore, il regista dipinge un affresco poetico, partitura per pianoforte e tromba, che è facile leggere come un vero, personale testamento artistico.
In autostop, dalla Normandia del D-Day e Mont St. Michel a una solare e chiassosa Avignone, Lino coltiva la sua malattia, una rara demenza degenerativa (che altro non è se non un rigetto dalla complicata vita familiare) insieme alla più sana e concreta ossessione sessuale, raccontando balle a camionisti e giovani fattrici per le dolci campagne francesi, piene di case rustiche in pietra con le mie amatissime porte e finestre verdi penicillina d’ordinanza.
Tante le curiosità disseminate dal regista nel dipanarsi volutamente discontinuo di una storia ricca di sorprese ed autocitazioni mai troppo egoriferite, nonché di attori ed attrici che fanno parte della memoria storica collettiva, come Francoise Fabian, Michel Boujenah e Sandrine Bonnaire. Senza contare le apparizioni ricorrenti del grande Lino Ventura, ricordato in sequenze originali di “L’ avventura è l’ avventura”: quasi un’ ossessione per Lelouch, sembra di capire. Sarà un eccesso di malizia notare che una ritrovata sorella del protagonista si chiama Lèa Massaro, guarda caso come la nostra Lea Massari presente nel cast di “L’Avventura” di Antonioni? Forse sì, forse no.
E a proposito di avventure, verso un finale ancora in bilico tra ottimismo e tragedia, amore e presagi di morte, appare, come fulmine a ciel sereno, la scena iconica che non mi capitava da decenni di rivedere: Lino Ventura, Jacques Brel e il nostro Aldo Maccione che si esibiscono sulla battigia nel “passo della seduzione” . Impagabili.
Scritto benissimo, descrittivo al
Massimo, mi e sembrato di guardare le imagini mentre leggevo!
Grazie