Nella primavera del 1945 i bambini fecero un esame di quinta sui generis perché la scuola era bombardata: furono tutti promossi quasi per risarcirli dalla guerra.
Alcuni si iscrissero all’avviamento tecnico, altri andarono a lavorare; alcuni, tra cui mia mamma, proseguirono alle scuole medie per prepararsi alle scuole superiori.
Le scuole medie erano dure e difficili: un giorno mia madre prese un 4 in latino e non aveva il coraggio di tornare a casa, perché i nonni avevano pagato con grandi sacrifici la tassa comunale per farla studiare.
Con il suo compito in classe da 4 la mamma partì a piedi dalle scuole verso la stazione, e ogni tanto si sedeva su uno di quei vecchi paracarri di cemento lungo la strada, sconsolata.
Finché non arrivò all’altezza della caserma dei Carabinieri che allora si trovava appena oltre la piazza del paese.
Il Maresciallo si vide entrare questa ragazzina di dodici anni, con un foglio protocollo marcato 4: la mamma disse in lacrime che aveva preso questo brutto voto in latino e che non sapeva come dirlo ai nonni.
Intenerito il carabiniere il compito glielo firmò lui: “Maresciallo Campana”.
Storie d’altri tempi che meriterebbero la penna di Soldati e che mi commuovono e mi addolciscono la vecchiaia di mia madre.