Ieri ho giocato a tennis con Flavio Briatore. Il campo era suo, le racchette e le palline erano sue, anche l’arbitro era suo. Abbiamo pareggiato. Allora lui mi ha detto: «Guardi che così non va bene. Guardi che io sono Flavio Briatore. Guardi che mio figlio si chiama Falco Nathan.»
Sono rimasto basito. Volevo chiedere scusa, ma lui mi ha detto: «Guardi.»
Si è alzato la Lacoste e ho visto che sul petto aveva un tatuaggio con tutti gli affreschi della Cappella Sistina. «Me l’ha fatto Michelangelo», ha detto.
«È abitabile?», gli ho chiesto.
«Guardi qui”, ha detto lui, girandosi. Sulla schiena aveva un’abside-veranda mansardata. «Tutto condonato e non pago neanche l’IMU.»
Stavo per ammettere che aveva vinto lui 6-0, quando è arrivata Daniela Santanchè con il copione di L’isola dei botulinici, il suo nuovo talk-show di centrodestra. Mi ha guardato e mi ha chiesto: «Lei chi è?»
«Non ho ancora deciso», ho risposto.
«Allora è un cretino.»
«Se sei un cretino, sei fuori», ha detto Briatore, alzando il braccio teso.
«Va be’, vado», ho detto, e sono uscito.