Fra pesche e mulini bianchi io canto

“Siccome c’é una signora, amica di mio padre, che dice sempre stupidaggini, io le scriverò”.
Questa frase di Gustave Flaubert andrebbe aggiunta al nostro cognome sul campanello di casa, nella carta d’identità, sulla targa della nostra auto.
Alle stupidaggini dette bisogna rispondere scrivendo. Lasciare segni concreti, grandi gomme che cancellano le stupidaggini.
Ogni luogo comune che viene tramandato come principio inossidabile é una stupidaggine, perché la scienza, la morale, gli usi e i costumi si modificano costantemente e fluttuano tra meridiani e paralleli.
Influencer, spot televisivi, religioni, ideologie politiche, tutti ci propinano cibo alle 9 del mattino come al tacchino induttivista di Russell.
Il bene e il male diventano becchime, gioia e sazietà, fortuna e sicurezza, realizzazione e fallimento, guerra e pace.
Noi, sazi e sicuri che domani alle 9 del mattino si riaprirà la porta e avremo il nostro premio, ascoltiamo stupidaggini, assecondiamo luoghi comuni, applaudiamo al fattore che ride nell’aia.
Ma un giorno arriverà la vigilia di Natale e il tacchino non pranzerà.
L’unica sicurezza é la ricerca dell’errore che é sempre in ogni verità e mai nei luoghi comuni.

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