Reagan e Shultz erano contro lo spostamento dell’ Ambasciata, poi nel ’95 Bill Clinton firmò il Jerusalem Embassy Act che divenne legge, si confermava che Gerusalemme una e indivisa veniva riconosciuta come Capitale dello Stato di Israele.
Clinton e i suoi successori, Bush e Obama, rinviarono lo spostamento alla conclusione degli inconcludenti incontri di pace.
Per la pace bisognerebbe che sciiti e sunniti la smettessero di massacrarsi, a milioni negli ultimi decenni, solo tra di loro, da Estremo Oriente a Medio Oriente e Nord Africa. Poi bisognerebbe che la smettessero di far campagne d’ odio verso l’ Occidente per mobilitare le loro masse diversamente politico-religiosamente affabulate perciò produttrici di minoranze terroristiche.
In tutto questo Israele non c’ entra manco di striscio. Bisognerebbe che si verificassero un tot di cose. Di “bisognerebbe” son piene le fosse di bambini, donne e vecchi esplosi nelle loro moschee di diversa convinzione e nelle loro guerre intestine. E anche in questo Israele non c’ entra manco di striscio, mi ripeto.
Poi se pensi che tutto il problema stia in una città che ai tempi di Re Davide, tremila anni fa, divenne capitale, fatti tuoi; io non voglio convincere nessuno anche perché chi non conosce la storia antica e recente, la geografia e soprattutto l’ aritmetica – per contare i morti – è diversamente colto e intelligente e impermeabile ai miei ragionamenti.
Infine, odio il proselitismo; anche per le buone cause. Anche stavolta non tenterei di farlo.