Gli anni degli over 80

Molte, anzi, una miriade di cose vengono in mente capitolo dopo capitolo, pagina dopo pagina, leggendo “Gli Anni” di Annie Ernaux.
Intanto, che il suo Nobel è decisamente meritato e mostra, come italiani, la colpa di averla praticamente ignorata finora.
Poi, che l’ andamento delle cose nei decenni tra gli anni quaranta ed oggi, morbidamente sinusoidale con rari picchi di originalità e ancor più rare fughe dall’ irrilevanza, sia stato identico in Francia e da noi: quasi fossimo davvero popoli paralleli destinati a condividere il destino infinito e separato di quelle monotone linee.
Poi ancora, che essendo il 1940 l’ anno di nascita di questa straordinaria scrittrice, immagini, storie, pensieri, illusioni, gioie, fallimenti, fatti e fatterelli vissuti dall’ autrice in compagnia serrata della sua generazione ripercorrono pari pari quelli di pertinenza dei miei fratelli, ormai anziani e invecchiati insieme a lei, sempre nel gioco funambolico delle parallele transnazionali.
Un non romanzo, per capirci, dove ogni pagina può riservare al lettore almeno dieci frasi evocative di sé e del suo viaggio terreno, senza inutile enfasi ma con la precisione diabolica di una lama ben affilata.
Naturalmente c’è anche molto altro, perché “Gli anni ” è un libro da leggere, anzi da vivere senza fretta, con lo spirito e la curiosità tranquilla di una lunga passeggiata nel nostro passato, fino a raggiungere il caotico, indecifrabile presente che ci lascia, oggi, senza una possibile bussola per orientarci e, tantomeno, per salvarci dal mistero di un futuro che, dicono, verrà.

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