Ho perso la mia innocenza adulta
la benevolenza verso la specie
quasi per un inconsapevole senso di colpa
di farne parte anch’io
Divengo così convenienza
accondiscendenza rassegnata
a quest’isteria asessuata
in cui il tempo è raccontato
prima che si compia
e il compiuto non conta più
specie se non è quello che si conta
Nulla esiste fuorché si dice
nulla si dice fuorché è ascoltato
Perciò vi dico io e io e io
Dissemino il mio nome dappertutto
e alternativamente da me
colui che invece è prima del nome,
oltre ogni parola,
tra le tue braccia,
anche per quest’anno
E tu mi accogli
senza nome e senza età,
non pretendi il potere che non ho,
né l’intelligenza che lascio fuori la tua porta
insieme alle scarpe e all’aritmetica
Ti basta quello che ho
ma non vuoi nemmeno quello
Il mio silenzio ti riempe la casa, ora,
le tue parole mi trapanano il cervello
Non so come fai, non so proprio come fai
eppure sarà così
anche per quest’anno.