I DODICI GIURATI

Una donna, Frie Palmers, accusata di due orribili delitti, è custodita in una prigione belga di massima sicurezza. L’accusa, molto agguerrita nei confronti dell’imputata, ha ricostruito un minuzioso intreccio di prove che inchiodano Frie senza alcuno scampo. La vicenda si svolge ai giorni nostri ma il castello accusatorio si riferisce a crimini lontani nel tempo. Il primo risale al 1 gennaio del 2000 quando la migliore amica di Frie viene ritrovata morta in un canale; il secondo, avvenuto due anni prima, riguarda la figlioletta della donna, Roos, ferita al collo con una lama e poi morta per complicazioni in ospedale. La vicenda si snoda in dieci puntate e ha come fondale la stanza in cui i dodici giurati prescelti setacciano le prove pro e contro per giungere al verdetto di colpevolezza “oltre ogni ragionevole dubbio” nei confronti dell’imputata.
La vita di Frie e le sue complicate relazioni vengono sviscerate in aula e nella stanza dei giurati, tra i quali solo 10 su 12 hanno potere di voto sulla decisione conclusiva. Legal thriller di impianto nordeuropeo, “I dodici giurati” è una storia cupa che si sofferma non solo sui testimoni dell’accusa e della difesa – la poliziotta biliosa che ha condotto le indagini, il mefistofelico avvocato della donna, l’odioso ex marito e padre della bimba morta, l’attivista per i diritti degli animali e padre dell’amica morta – ma anche e soprattutto sulle vite e sui caratteri dei giurati. Scelti a caso, ciascuno di loro ha segreti spesso inconfessabili e qualcosa da farsi perdonare. L’abilità dei registi, Bert Van Dael e Sanne Nuyens, è di mettere a nudo la società belga e le sue contraddizioni, in cui a un ruolo apparentemente più libero delle donne fa da controcanto una misoginia spesso ai limiti della violenza più becera. La giurata Delphine, una giovane donna esile con 3 bambini, viene fatta oggetto di un vero e proprio stalking da parte del marito geloso; il giurato Arnold si chiude a riccio quando scopre che un’altra giurata è lesbica; l’ex marito di Frie, Stefaan, suo primo accusatore, è un donnaiolo impenitente. La figura di Frie resta quasi in ombra di fronte alle tempeste emotive che si scatenano durante il processo, una donna impietrita dal dolore, lo sguardo da animale braccato, l’espressione assente come se tutto ciò che le si agita intorno non la riguardasse. Finzione la sua, a detta dell’accusa, che la dipinge come manipolatrice e borderline, o solo il caso di una donna incastrata da prove capziose e prive di fondamento? Occorrerà guardare, con attenzione, fino all’ultimo minuto dell’ultima puntata. Anche se non è detto che la verità emersa sia ultimativa.

I dodici giurati – Serie TV – Belgio 2019 – Disponibile su Netflix

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