I peli sugli occhi

Le serie in tv. Ne guardo moltissime, lo confesso, mi piacciono più dei film veri e propri. Americane o inglesi: amo l’azione, con suspense ma senza tanta violenza. Investigazioni, avventure, Suits e simili, poi i molti medicarelli e soprattutto le imprese dei vigili del fuoco. Le preferisco quando ci sono più donne protagoniste, intrepide e magari anche al centro dell’azione. Mi ci identifico.
Ma c’è un fatto che mi lascia esterrefatta – più nelle serie USA che nelle britanniche: le facce delle donne. Soprattutto gli occhi: a guardarle bene, sembrano quasi tutte avere la coda di un opossum incazzato sopra le palpebre – tanto che immagino ogni loro battito di ciglia possa provocare un tornado. Quintali di peli fittissimi e lunghissimi appesi sugli occhi, in qualità e quantità inesistenti in natura. Mi dirai: beh, si sono truccate per uscire la sera. Macché: le chirurghe nel colmo di operazioni di alta tecnica, le vigili del fuoco alle prese con catastrofi immani, le investigatrici in pericolose incursioni a tane di assassini: tutte con le palpebre ipertricotiche. Poi, nelle scene più drammatiche, abbiamo le moribonde: tutte con una lastra di rossetto perfettamente spalmato su labbra tumide.
Anche le vecchie. Mio dio, sono truccatissime anche le lesbiche, in tv. Le donne sono tutte ciglione: le madri coi figli rapiti, le fanciulle ritrovate nei luoghi di terrore, le pilote di autoambulanze, le ferite estratte da rovine fumanti: magari un po’ spettinate, ma truccatissime. Anche il perfetto fard turchese sulle palpebre lacrimanti.
Perché? Mi è venuto il dubbio che la maggior parte dei registi televisivi siano convinti che le donne nascano già truccate. Che senza trucco non ci sono le donne. Che se le donne non sembrano delle drag queen, solo un po’ più basse e meno imparruccate, non sono donne. Che la femminilità sia una maschera, di cerone, di fard, di rossetto. Che la femminilità sia uno spessore di artificio applicabile a volontà.
Certo, nelle sale di posa anche i maschi vengono truccati (non hanno mai i nasi lucidi, è chiaro) ma è fondamentale sembrino non esserlo affatto, ne andrebbe della loro mascolinità. Gli uomini in tv e nel cinema hanno facce – le donne, maschere. Chissà perché. Se qualcuno di voi che mi andate leggendo ha un’idea, proponetemela, aspetto le vostre risposte.

17 commenti su “I peli sugli occhi”

    1. Giovanna Nuvoletti

      soprattutto di tre quarti, controluce: vedi spuntare un’arricciata e foltissima tettoia. Inesistente in natura. Spazzoloni… 😀😁😥😳

    2. Effettivamente l’American Style of Life determina anche il perfettissimo orientamento del sopracciglio (stile tergicristallo) 😂 Lo trovo talmente finto da non riuscire ad affrontare nemmeno le serie con 4/5 stelle 🙄

  1. Barbara Piattelli

    NESSUN COMMENTO!!!
    SONO ESAGERATI !
    ANCHE NELLE SERIE ITALIANE :
    LE DONNE COMMISSARIE , CHE VANNO A FARE I SOPRALLUOGHI NELLE ZONE PIÙ IMPERVIE. , CON TACCHI 12cm

    1. Giovanna Nuvoletti

      è vero – ma che necessità c’è? proprio non li capisco. come se la normalità, la naturalezza, alle donne non fossero concesse

  2. Cara Giovanella, pensa, l’ho notato anch’io e non mi piace: toglie realismo alle storie. Comunque il
    Tuo pezzo e cone le tue fitografie:!ottimo
    !

  3. Vero per i serial americani, molto meno per quelli britannic, nisba o quasi per quelli scandinavi. Comunque, la “artificità” è accentuata nelle visioni dei doppiati. Seguire l’originale ( psicologicamente) l’artificiosità generale, addirittura a livello visinom.

  4. Anche io l’ho notato tante volte negli ultimissimi tempi…perfino se escono da una nuotata tragica per sfuggire ad un animale “molto nervoso” (non ci sono solo pescicani) appaiono con ciglia “quasi” non toccate dall’acqua e sopracciglia in perfetto stato! Ma se ci guardiamo intorno, per strada, vediamo “dei trucchi” che sembrano marmorizzati, per non parlare delle mani “ungolate” di tre centimetri e più, di colori da tavolozza picassiana.

  5. Credo sia in memoria della commedia greca che in scena usava maschere😂, ma visto che siamo nell’America di preferisce un look nature ma non nature. Insomma una cagata pazzesca ste fiction, praticamente inguardabile

    1. Giovanna Nuvoletti

      tipo che alle vigili del fuoco se sbattono le palpebre il fuoco che stanno tentando di spegnere divampa incontrollato

  6. Teresa Trivellin

    Può non essere necessaria la serie tv, per questa esperienza estetico-mistica. Si fa anche in aula, dove al trico aggiungo l’onico: la macronicofilìa. Di artigli vistosamente smaltati, ad hoc per impedire azioni banali come la scrittura, se non sottoponendo la mano a scomodissime contorsioni .

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