“Le dona” disse la commessa.
“Grazie” rispose sorridendo Sandra , sforzandosi di sembrare gentile.
Alzò lo sguardo in direzione dello specchio e trasalì.
Chi era quella donna col cappello verde in testa? L’immagine che vedeva le sembrava familiare, ma non riusciva a capire bene.
Quei capelli, quel viso, quel corpo. C’era qualcosa che le era impossibile mettere a fuoco. Cosa era successo?
Ricordi e immagini le passarono velocemente davanti agli occhi come in un flash back grigio e ripetitivo.
Fu presa dal panico e il suo cuore cominciò a battere all’impazzata.
Era come se fossero passati trent’anni dal suo ingresso nella boutique, lo specchio rifletteva una donna non più giovane, segnata dal tempo.
Il tempo.
Sandra non gli aveva mai dato importanza, se non per scandire la notte e il giorno e le abitudini alle quali aveva imparato a sottostare.
“Signora? Lo prende? Avrei anche delle scarpe in tinta da farle abbinare, ben comode…”
“No, grazie.” rispose Sandra uscendo in fretta dal negozio.
Anche la sua bicicletta era diversa, nera e un po’ malandata, ma non si soffermò più di tanto a pensare, la prese e cominciò a pedalare come in trance.
Tornò a casa come al solito, accese la tv e si versò qualcosa da bere per poi addormentarsi, in attesa di un altro giorno.
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