Lascia che ti racconti il carnefice.
Lui lo sa chi é, prima informazione importante. Potrebbe pensare di averne diritto, o di dover dissimulare le inflizioni, i castighi. i danni, ma lo sa. Significa che non è né matto né incosciente. Il fatto che forse è stato vittima a sua volta non giustifica. Sa anche questo.
Il carnefice è attento a quello che dicono i vicini di casa, i colleghi, gli amici di famiglia – la stampa va tenuta al suo posto, non deve trapelare troppo e deve esserci pronta una versione accettabile di ciò che potrebbe scappare fuori per sbaglio o per incidente.
Non sei tu che racconti la storia: la sa il carnefice, com’è andata. E lui te la ripete tutti i giorni per ricordartela, mentre fa il suo solito lavoro di metterti sotto e schiacciarti. Quando qualcuno te la chiede, raccontagli quella che ti ha suggerito lui a suo tempo: ti conviene.
Il carnefice è un minacciatore di alto livello, non si sa se sono peggio le sue azioni perfide o le sue minacce. L’importante è che tu sappia che non si fa scrupoli a metterle in pratica: la credibilità è tutto.
La fedina sociale del carnefice è linda, egli ha le carte in regola e nessuno le mette in dubbio, egli è qualcuno e nessuno si intromette, egli conosce la legge e perciò la aggira.
Egli non si pentirà, non c’è malattia che lo fiacchi né lezioni che la vita possa impartirgli. La sua anima vive fino all’ultimo respiro così com’è, perversamente divertita dalla tua paura, nera e sicura di passarla liscia.
E di solito è così: la mia parola contro la tua, in fondo, dice lui, non hai capito quanto ti amavo.
La passa liscia.