Vale solo per quelli famosi, quelli che, una volta schiattati, avranno una commemorazione in luoghi di prestigio come: una sala di teatro storica o un circolo Arci molto, molto popolare. Chi pensi di essere un giorno celebrato così, lasci nel testamento poche regole a vantaggio dei sopravvissuti. Si impedisca a chiunque salga sul palco di precedere il pezzo musicale, o teatrale con: “Ho conosciuto il caro estinto ecc.…” e via, dal secolo scorso fino ai nostri giorni. Si impedisca alle attrici, seppure intelligenti, di salire sul palco con aria vedovile e: vuoi frontale, a dimostrazione pubblica del proprio talento; vuoi di spalle, a dimostrazione ancor più pubblica dell’incontinenza del proprio dolore, di leggere poesie, tanto peggio se scritte di proprio pugno, facendo intendere avventure erotico-sentimentali con il commemorato. L’unica che ne ha diritto, la vedova, di solito sta dignitosamente seduta in platea, o a casa sua – se separata, tradita e mazziata – levando l’ennesimo calice. E al brindisi ci uniamo, quale che sia la sua ragione.