Harry Hole non c’è e l’ultimo libro di Jo Nesbø (Il fratello) è molto diverso dagli altri. Un romanzo piuttosto lungo (648 pag. ottima la traduzione di Eva Kampmann), con una trama complessa e meno spettacolare del solito. Ha ritmi lenti – forse troppo – e una cura ossessiva nello sviluppo psicologico della vicenda. Protagonisti sono Roy e Carl, due fratelli complici e uniti da un affetto quasi morboso fin dalla prima infanzia. Roy, il maggiore, si è sempre occupato di Carl, il fratellino, proteggendolo e coprendo le sue marachelle anche a scapito di se stesso. Lo scenario è quello di un paesino di montagna, in cui il gelo e le coltri di neve perenni sembrano coprire non solo le vette e gli orridi scoscesi ma anche l’animo dei suoi abitanti. Diventato adulto Carl decide di completare i suoi studi in Minnesota mentre Roy rimane a casa, lavorando in una stazione di servizio. Dopo molto tempo Carl torna nel luogo natio con una splendida moglie, Shannon, e con un progetto da presentare al paese: la costruzione di un hotel moderno super accessoriato che servirà a rilanciare il turismo e ai cui costi sono invitati tutti a partecipare.
Nella prima parte del libro, il protagonista principale sembra essere il bello e intraprendente Carl, mentre la figura di Roy, schivo e ombroso, pare scivolare in secondo piano. In realtà tutta la storia e tutti personaggi – il fratello minore, la moglie di lui, i compaesani, l’agente “rurale” che mantiene l’ordine, il sindaco – tutto gira intorno a Roy. La sua mente, i suoi ricordi, le sue ossessioni e passioni – insospettabili in una persona dall’apparenza così fredda e controllata – sono passate al microscopio con precisione chirurgica. I pezzi della storia, quella passata e quella presente, vengono dissezionati e ricomposti in un caleidoscopio di violenze e segreti, di azioni orribili eppure inevitabili. Roy è la rotella che fa funzionare tutto l’ingranaggio; il suo animo semplice da “Buon selvaggio”, amante della natura e degli uccelli di montagna – a tutti i suoi cari affibbia il nome di un volatile – è il perno di una vicenda oscura e complessa che, quando sembra risolversi, si attorciglia di nuovo su se stessa. Unica certezza è il dubbio, come affermava Cartesio.
Il fratello di Jo Nesbø – Einaudi editore