Il giovane Karl Marx

Siamo circa a metà del 1800, l’Europa della restaurazione è in ebollizione e la rivoluzione borghese del ’48 è alle porte. Le condizioni dei lavoratori nelle fabbriche sono spaventose: sfruttati, umiliati, mutilati da padroni senza scrupoli, dove non c’è sesso né età che tenga. Anzi, con l’impiego dei bambini crescono i profitti. E, nelle foreste germaniche, raccattare un po’ di legna secca nelle proprietà boschive, è un reato.
Il regista di origine haitiana Raoul Peck si cimenta nel racconto inedito (cinematograficamente parlando) della vita di un giovane Karl Marx che, inviso in patria, trova rifugio a Parigi con la moglie Jenny. Lì conosce il suo coetaneo Friedrich Engels, con il quale stringe un’intensa amicizia e una condivisione profonda degli ideali socialisti, che porterà all’elaborazione a quattro mani e alla pubblicazione nel 1848 del Manifesto del Partito Comunista.
Il rischio di cadere nel didascalico e in una patinata illustrazione storica di quei tempi c’era tutto, ma Peck evita con eleganza l’inciampo. Il suo è un affresco vibrante dei fermenti sociali, politici, filosofici di quegli anni, in cui due giovani pensatori di estrazione borghese si sporcano le mani con la fuliggine delle fabbriche e mischiano le loro vite benestanti con quelle miserevoli della classe operaia. Il fatto di aver ripreso le loro esistenze in un’età poco più che adulta lascia al regista la libertà di ritrarli non solo dediti alla speculazione ideologica ma affamati d’amore, di sesso e di colossali bevute. Le immagini che li ritraggono vecchi con le barbe incolte sono da venire. E, pensando alla società in cui viviamo, liquida e senza ideali, quei due ragazzi che s’incontrano a Parigi per cambiare la Storia, incuranti dei rischi che corrono, immettono aria fresca nelle nostre arterie sclerotizzate.
Bravissimi i due protagonisti, August Diehl nella parte di Marx e Stefan Konarske in quella di Engels, ottima Vicky Krieps (la Alma de Il filo nascosto) che interpreta la disinibita Frau Marx. Trascinante la musica finale con un Bob Dylan d’annata che interpreta Like a Rolling Stone, mentre sullo schermo scorrono le immagini di altre rivoluzioni, nel bene e nel male, da quel lontano 1848 ai giorni nostri.

Il giovane Karl Marx di Raoul Peck – Francia/Germania/Belgio 2017

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