Non proprio tutti sanno perché Prometeo con il furto del fuoco causò l’ira di Zeus.
Potrà sembrare strano ma è solo una questione di “business”, altro che solidarietà da eroe per caso.
Sull’Olimpo si vociferava da un po’ che gli dei, capeggiati da Zeus, avessero deciso di “donare”, a modo loro, il fuoco agli uomini per smuoverli dalla condizione di buio e di estrema inferiorità nella quale vivevano.
Zeus in persona aveva pensato di mettere su il “business del fuoco” gestendolo direttamente dal cielo, seduto comodamente sul suo trono.
Un vero e proprio servizio a domicilio, naturalmente a pagamento (anche a mezzo offerte di sacrificali) e in regime di monopolio assoluto.
Calore e luce a chiunque… potesse permetterselo!
Al sagace e scaltro Prometeo, frequentatore degli ambienti divini, la notizia e l’idea non passarono inosservate.
Decise che sarebbe stato lui a mettere su questa “impresa titanica”.
Fu così che una notte buia, anche se non tempestosa e per di più estiva, salì, con la scusa di voler trovare refrigerio dal gran caldo, sull’Olimpo. Si recò alla più vicina delle fiaccole, che servivano ad illuminare uno dei tanti “ambrosia party” organizzati in loco, e raccolse il fuoco nascondendolo in una canna che fingeva servigli da bastone per il trekking.
Operato il furto, immediatamente scese dal Monte e iniziò a stipulare contratti di fornitura del fuoco ad uno ad uno con gli uomini a prezzi più vantaggiosi rispetto a quelli che aveva sentito sussurrare agli dei nelle loro conversazioni.
Ma Zeus, scoperto il furto e l’avviata impresa titanica, mandò ad arrestare “il ladro del fuoco” e lo condannò comminandogli una pena esemplare. Nello stesso tempo confiscò e nazionalizzò l’impresa messa su dallo scaltro titano e aggiunse le accise in bolletta per pagare Muse ed ambrosia sempre più richieste nei party organizzati nei giardini dell’Olimpo.
(Mic L’ape 🐝)
😀