Il marito della parrucchiera

Bello non era, con quelle guance scavate, gli occhi in giù, i baffi spioventi. Ma ricco di fascino sì. Se n’è andato a 87 anni Jean Rochefort, uno dei più grandi interpreti del cinema francese.
Nato a Parigi nel 1930, una lunga carriera alle spalle, vincitore di molti premi César, ha interpretato ruoli di grandissimo spessore.
L’orologiaio di Saint Paul (1974) nel ruolo di un padre tormentato ma giusto gli valse il primo importante riconoscimento. Il film, tratto dal romanzo di Simenon (L’orologiaio di Everton), sigla quasi una continuità tra scrittore e attore. Nel 2002, è il vecchio professore di letteratura in L’uomo del treno, che si ispira, appunto, all’altro splendido libro di Georges Simenon. Ma la pellicola che lo ha reso famoso in tutto il mondo è Il marito della parrucchiera (1990) di Patrice Leconte, in cui flirta vincente, sull’onda dei suoi sogni infantili, con la bella Anna Galiena. Nel 2015, la sua ultima interpretazione. Fu allora che scelse di ritirarsi. Non intendo far film dell’orrore, e – aggiunse – se mi propongono parti da vecchietto che si scalda le mani davanti al caminetto, anche no, grazie. C’è una battuta in L’uomo del treno, che riassume la personalità del grande attore appena scomparso. Esistono due tipi di uomini – dice l’anziano insegnante – quelli che i treni li prendono e quelli che li guardano passare. Lui, Rochefort, certo non se n’è fatto passare uno.

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