Il maschio pavone

 

 

Carissimi. Non è che mi sia passata. Sono stata presa talmente per il naso in Amore che ora qualsiasi parola vagamente romantica mi fa venire il nervoso. Il guaio è che quando pensi che le cose stiano in un modo e invece proprio no, il passato ti va in pezzi, il presente speri che passi presto e il futuro è una minaccia. Questo è il mio stato d’animo nei confronti delle relazioni, degli uomini e dei sentimenti: tutte frottole. Ti giurano l’universo, se la danno a gambe al primo soffio di vento. Ti sembra di avere un’unione speciale, è burro che ti si squaglia nel tegamino alla prima fiammella. Pensi di essere unica, ti ritrovi parte di un harem sentimentale. Non ne vuoi far parte, te ne vai, ti riprendono per la collottola e giocano con te neanche fossi un gatto da tormentare coi barattoli sulla coda. C’è del sadico, nelle relazioni. Ma perché? La mia amica Gio dice che è colpa delle donne, alla fine. Le ho fatto vedere la foto di un magnifico pavone maschio scattata in un’area protetta del Wwf, e lei mi dice: vedi, le pavone femmine a furia di guardare quelli più gonfi e tronfi, hanno causato l’evoluzione della specie. Ora i pavoni sono bellissimi, ma goffi e ingombranti, con tutta quella coda intorno. Anche le femmine umane stanno facendo così: a furia di scegliere uomini pieni di sé, hanno creato questa specie di maschio fatale e fatuo, prepotente e debole, ma che è razza dominante. Un pavone capace di gonfiare il petto blu cobalto, e di farti vedere tutti gli occhi delle sue meravigliose piume verdi smeraldo, colore dell’oro, leggere e soffici; capace di farle vibrare come canne nell’aria, finché tu non ci caschi, stordita e ammaliata. E poi, con la stessa rapidità con cui te le hanno sventolate sotto il naso, zac, te le chiudono strette in una coda, fanno inversione a “u” e buonanotte ai suonatori: tu resti suonata, al tappeto, ko. E loro via, leggeri, e fatui, come se niente fosse accaduto mai, saltellano via senza lasciare una traccia, un’impronta, una scia. Sotto le piume, niente. Perché in fondo poi la natura è un’illusione. Guarda il pavone, spennalo, in sostanza, e in verità, che cosa ne resta? Colore del mare, ma pur sempre, e solo, un qualsiasi grosso e grasso pollo.

 

 

 

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