Il nome della Tuberosa

Una mattina di giugno del 1927, il profumo di tuberose entrava dalla finestra aperta su un giorno mansueto mischiandosi a quello del caffé, quando Georges annunciò: Ile de Aix! Può andare bene? – Per cosa? – fece eco Tigy-moglie-devota. – Una vacanza lontano da Parigi! Si parte, fai la valigia.
Georges-giovane-scrittore che aspira alla gloria letteraria, uomo dalla morale borghese che diffida delle donne eccetto sua moglie, dal cuore egoista e il sesso vissuto tra istinto e ragione, decide d’impulso. La vacanza, come l’ha definita lui, é in realtà una fuga. Parigi-Ile de Aix, cinquecento chilometri schierati come soldati armati tra lui e Josephine Baker, la rêve negre, che da due anni gli sconquassa cuore e carne. La paura, la più antica e potente emozione umana dopo l’amore, comincia a braccarlo. La donna dal magnetismo animale, la femmina puro istinto e furia sensuale, che corre con le tigri e i leoni e incanta con la sua danza selvaggia, lo aveva colpito la sera del debutto due anni prima, al Teatro degli Champs Elysées.
Tra quel pubblico da grandi occasioni, playboy, magnati dell’industria, uomini politici e varia nobiltà, Josephine si accorge solo di Georges. Lui, è solo un giovane scrittore di ventidue anni, già sposato, che non ha ancora trovato la sua strada. E non ha alcuna intenzione di smarrirsi agli incroci. Quella mattina di giugno, il profumo delle tuberose diventa un veleno, poison tuberose, perchè lo tormenta col pensiero carnale di lei, la donna che profuma di sesso. E allora decide di partire. Monsieur Simenon, non voleva diventare Monsieur Baker.

Illustrazione Stefano Navarrini

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