Adesso di nucleare non se ne parlerà per un bel po’, però è giusto chiarire alcuni punti. La tragedia nucleare nel contesto del panico tellurico che ha colpito il Giappone ci lascia sgomenti. È amaramente ironico che l’ unico paese ad aver subito il nucleare bellico sia vittima della propria politica energetica. L’opinione pubblica si leva. I governi di mezzo mondo propongono chiusure. L’Italia pensa a costruire. È un gioco di probabilità.
Il rischio di una esplosione nucleare civile nel mondo è di una ogni 40 anni. A Chernobyl sono morte 60.000 persone. 1.500 persone l’anno. Un decimo dei morti, solo negli USA, per l’inquinamento delle centrali a carbone. Il nucleare è solo più spettacolare, non più cattivo.
Il nucleare è stupido. L’uranio finirà in 20-40 anni. Ci vogliono almeno 15 anni per realizzare un reattore di nuova generazione. Dieci anni per ammortizzare i costi. Le scorie le stocchiamo nelle nostre discariche? Mi fido. Rendiamo favore ai francesi comprando una tecnologia vecchia 20 anni? Va bene. Vogliamo dipendere dalla Russia per l’importazione dell’Uranio? Capisco. L’amicizia e la stima tra i nostri premier è sicuramente ininfluente nella scelta. Al referendum ho votato si. Non per paura. Ma perché in questo momento storico è anacronistico.