Alessandro Mussolini ( Predappio, 11 novembre 1854 – Forlì, 19 novembre 1910) fu socialista rivoluzionario con accento patriottico. Era un fabbro. Ebbe notevole influenza su suo figlio Benito che fin da giovane si orientò al sindacalismo rivoluzionario e all’ala sinistra del Partito Socialista.
Alessandro era nato nella casa che nel 1849 aveva ospitato Giuseppe e Anita Garibaldi in fuga verso le Valli di Comacchio. Irascibile, di temperamento sanguigno, Mussolini padre fu amico di Andrea Costa, parteggiò per Bakunin e per l’anarchismo violento contro le tendenze social-riformiste, fu a capo di agitazioni popolari a Predappio, conobbe il carcere e gli arresti domiciliari.
Affetto garibaldino, radicalismo socialista, animo repubblicano, deciso anticlericalismo: questa era la mentalità del ‘Padre del Duce’ che anche a causa delle sue idee, si trovò spesso ad essere senza lavoro; si abbandonò al vizio del bere, e morì prematuramente.
Della sua vita difficile e indigente di emarginato politico leggo, oggi con una certa commozione, le pagine a lui dedicate dall’Opera Nazionale Balilla nel 1935, in un libro illustrato da Angelo Canevari (l’eccellente autore dei mosaici del Foro Mussolini) quando il figlio Benito, dittatore del nuovo regime fascista, volle indicarne ai giovani l’esempio di vita morale e l’insegnamento ideale (il libro, reperito in bancarella, porta la firma autografa del giovane militare Vezio Carrobbi, di stanza a Potenza, Batteria n.9, il 28.11. 1936, XIV)…
Probabilmente, in quel tempo, il Duce non immaginava nemmeno alla lontana fino a che punto tanti giovani generosi, di animo repubblicano, e con ideali socialisti e garibaldini, assimilati anche da certe letture, di lì a pochi anni si sarebbero rivolti contro contro il sistema politico da lui stesso instaurato, per poi gettarsi gran parte nella Resistenza in nome del riscatto nazionale.
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