Il primo giorno dell’anno

Vorrei per me la grazia di amarti per sempre

di custodire il tuo cuore al riparo dal vento

di proteggerti anche senza un altare

senza una pietra di cui onorare la gloria.

Sono polvere, ferro, catrame da quando sulla terra son nato

e polvere e fango rimango

così che ogni volta stupisco, quando la tua gentilezza

riduce il mio dolore al silenzio

e ogni volta come nuova radice risorgo.

Sperare non ha una soglia precisa

il confine è spesso tutt’uno con la paura e la morte.

Cammino su questo filo del tempo

come una madre tiene suo figlio per mano

minuti contati del giorno

spini appuntiti di vetro

senza sapere quanto si allunghi la sera

se sarà di pianura la neve oppure una pioggia che porta tormento.

Siamo fatti di tempo e ricordi

ma la memoria non ci esaurisce del tutto

rimane una goccia di fuori che scava la vita in un lampo.

Senza parole la nostra fortuna di amarci

un osso contorto del piede che ha consumato la strada.

Oggi l’anno comincia.

Dalla finestra guardo speranza e colline lontane

come quando vedevo dal mio marciapiede

le luci e il calore nelle case degli altri.

Dietro la porta il cielo senza stelle di sempre.

Vorrei fosse diverso stavolta

aspettare con te in questa sera randagia

la luce improvvisa e perenne che inseguivo da tempo

le nostre molliche di pane.

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