Il racconto del racconto

Il racconto è breve, dura qualche pagina. Non trattiene più di tanto; non chiede pause troppo lunghe, si adatta appieno ai ritmi veloci della nostra vita.
Il racconto è leggero, scorre via veloce senza chiedere troppo tempo: puoi leggerlo in treno, sul tram o mentre mangi giù al bar.
Il racconto è svelto, non ruba spazio alle tue giornate: puoi portarlo ovunque, puoi leggerlo in un batter d’occhio senza aspettare la prossima pausa.
Il racconto è facile: in un attimo ti regala emozioni senza chiedere niente in cambio.
E’ come incontrare un amico consueto per un breve saluto, non certo qualcuno che parte per un lungo periodo o che torna ad incontrarci dopo tanto tempo.
Il racconto è spesso lunatico e sorprendente: svolta al nero all’improvviso e,  quando meno te l’aspetti, torna a parlarti di vita quotidiana, quella che tu conosci. Certo lo fa in modo eccezionale, con aspetti e visioni rivelatrici che stavano nascoste anche dentro di te ma che non trovavano via d’uscita.
Il racconto è generoso: ti regala emozioni ad occhi aperti con incontri che non avresti mai potuto fare. Ti commuove fino alle lacrime o ti lascia sospeso ad un sottile dubbio. Ti porta in giro con i suoi attori fino a farti dimenticare dove sei e cosa stai facendo. Ti accompagna per le strade di città mai visitate, dentro a locali improbabili o invece molto familiari. Ti trattiene a casa di strani tipi che poi ricorderai per molto tempo e che quasi ti sembrerà di aver conosciuto veramente.
Accade pure che quei tipi ti conducano dentro a storie molto simili alle tue ma riviste in altra luce e allora il confine tra la tua vita e il racconto si fa molto sottile, tanto che l’una si perde nell’altro.
Così ci si sorprende per quanto quel tipo o quella tipa ci somiglia. Così ci  meraviglia il luogo e il tempo della vicenda così simili ai nostri.
Il racconto è come un film: approfitta del buio della sala per condurti altrove, in un breve viaggio che sa di meraviglia.
Non è mai a puntate o a lungo termine: è tutto qui, ora, per darti modo di gustarlo come un buon piatto che da solo vale cento pasti.

 

32 commenti su “Il racconto del racconto”

  1. Molto bello il racconto del racconto…, io amo le saghe e i lunghi romanzi, ma anche i racconti a volte sono fulminanti, solo mi dispiace sempre abbandonare i personaggi dopo così poco tempo…

  2. Mi piace questo modo di raccontare il racconto. È mi piace immaginare mentre lo scrivi pensandolo e riempiendolo di forma e contenuto. Avanti!

  3. Ho letto tutto d’un fiato il tuo raccontare il racconto del racconto.
    Un accurato accorato appello come si conviene ad una colta influenzante quale tu sei
    ff

  4. Scritto molto bene e…. Molto vero! Hai colto ottimamente la magia del racconto, anche se anche io preferisco, ai racconti, i romanzi.
    Brava!

  5. Complimenti il tuo modo di scrivere risulta essere sempre molto piacevole e scorrevole; sei veramente brava, il tuo e’ un dono che si protrae da tanto tempo. Grazie

  6. “Il racconto è un lusso che lo scrittore si concede, il lusso di “sprecare” una storia promettente, che avrebbe potuto essere sviluppata in un romanzo, e che butta giu’ di getto in poche ore. Per questo amo i racconti, ci sei tu veramente. Nei romanzi, la tua storia si modifica nel tempo e alla fine non ti riconosci più. E per questo amo scrivere racconti. Eppure quando li propongo al mio editore, storce il naso e mi chiede un romanzo.” Non lo dico io, l’ha detto Michele Mari alla Festa del Racconto a Carpi, giugno 2022. Mi ha molto colpito questa confessione di un autore che stimo moltissimo. Quindi cara Iella hai ragione, come racconti abilmente in questa intrigante presentazione, ci sono molti motivi per amare il racconto, sia per chi legge, ma anche per chi scrive

  7. Da un po’ ‘antico’ che era, il racconto è ritornato moderno, congeniale ai nostri tempi di vita così accelerati. Brava Iella, un bel saggio/racconto!
    Cinzia

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