Esce in Francia nel 1964, epoca da nouveau roman, in Italia lo pubblica Einaudi nel 1966. la copertina è rossa e rigida, rivestita dal bianco della casa. Poi sparisce inghiottito nel nulla. Quando la Feltrinelli acquisisce i diritti di Marguerite Duras lo ripubblica, insieme a molti altri della prolifica autrice, una vera invasione durassiana che comprende una decina di titoli dopo lo screanzato successo de L’amante, il meno bello, ovviamente, del novero. Quindi Lol V. Stein viene nuovamente rapita dal silenzio e dall’oblio, fino a farne, kavafis perdonami, una stucchevole estranea. troppo sperimentale? troppo misterioso, troppo orientato sul linguaggio a scapito di una storia semplice di amore assoluto e tradimento, di balli estatici e luoghi immaginari e esotici dove ogni singolo gesto, un passo, uno sguardo significano la vita? Il rapimento di Lol V. Stein è un libro bellissimo, come lo sono altri desaparecidos di marguerite come Agatha, edizione delle donne degli anni d’oro. e perchè non aver mai tradotto Le Navire Night, sceneggiatura rivoluzionaria ma anche romanzo a duplice livello? Rivogliamo Lol Valerie Stein, almeno.