Il re di maggio

Umberto II di Savoia, nato a Racconigi il 15 settembre 1904, è stato l’ultimo re d’Italia, dal 9 maggio 1946 al 18 giugno dello stesso anno, data in cui fu ufficializzato il risultato del referendum istituzionale del 2 giugno. Il giorno 13 il consiglio dei ministri aveva già trasferito ad Alcide De Gasperi le funzioni di Capo provvisorio dello Stato. Per il breve regno (poco più di un mese), è anche detto il “re di maggio”.
Non ebbe molti momenti di serenità, solo sulle nevi di Cortina e con vecchi amici si poteva dedicare, qualche volta, allo sport che amava.
Quando l’unione con Maria José s’incrinò definitivamente, l’ex regina lasciò Cascais per trasferirsi a Merlinge, nei pressi di Ginevra, con il piccolo Vittorio Emanuele. Con Umberto rimasero le tre figlie Maria Pia, Maria Gabriella e Maria Beatrice, che furono oggetto di morbose attenzioni da parte della stampa e in qualche caso fonte di dispiaceri. Anche con Vittorio Emanuele le cose non andarono meglio, per motivi finanziari e per il matrimonio con Marina Doria, mai approvato.
Nel suo testamento del 1981 donò la Sacra Sindone alla Chiesa Cattolica.
Già dal 1964 Umberto II subisce una serie di pesanti interventi chirurgici, a causa di un tumore che, dopo lunghe sofferenze, sarà la causa della morte avvenuta a Ginevra il 18 marzo del 1983. Al momento della fine era solo: un’infermiera, entrando nella stanza, si accorse del suo stato e gli prese la mano negli ultimi istanti di vita.
Il suo funerale, salvo il console generale d’Italia a Lione, fu disertato dalle autorità italiane, ma non dagli antichi sudditi, che arrivarono in diecimila all’abbazia di Altacomba vicino ad Aix-les-Bains in Savoia. La Rai non trasmise la diretta televisiva. I giocatori della Juventus, nella partita del 20 marzo contro il Pisa, portarono il segno del lutto al braccio, e questa fu la sola manifestazione di cordoglio, resa pubblicamente in Italia, al “re di maggio”.

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