Il tempo lascia a tutti dei segni, ai più fortunati anche ricordi. Il sogno è diverso, ha una sua forza ulteriore, incredibile e vera: confusamente si sogna ma talvolta si vede qualcosa, si sente una mano che non vorresti lasciare. Un amore che all’improvviso riappare, tua madre, l’autunno, nel cielo una luce che vince anche il buio invernale. In silenzio hai memoria di una vita migliore. Poi la nebbia risale, si addensa, i contorni si sfumano ancora, ti svegli e il mondo reale prevale di nuovo sul sogno.
Non ci si rassegna talvolta all’impossibilità dei ritorni. Resta negli anni questa urgenza di sempre, da quando eri bambino: continuare a guardare con incanto le cose, avere rispetto del tempo, custodire gli incontri, conservare i ricordi di alcune persone. Infine la fatica prevale, neppure la quercia che resiste nel tempo riesce più a incidere gli anni nei nodi del tronco, nella sua pelle profonda di scorze e spirali. E allora ti accorgi che sei tu rami e radici, che quel tempo si è fatto impreciso, che rimani l’ultima foglia d’autunno, l’ultimo appiglio sospeso e più forte di quello che senza rimedio continua a mancare.
Non ci si rassegna talvolta all’impossibilità dei ritorni. Resta negli anni questa urgenza di sempre, da quando eri bambino: continuare a guardare con incanto le cose, avere rispetto del tempo, custodire gli incontri, conservare i ricordi di alcune persone. Infine la fatica prevale, neppure la quercia che resiste nel tempo riesce più a incidere gli anni nei nodi del tronco, nella sua pelle profonda di scorze e spirali. E allora ti accorgi che sei tu rami e radici, che quel tempo si è fatto impreciso, che rimani l’ultima foglia d’autunno, l’ultimo appiglio sospeso e più forte di quello che senza rimedio continua a mancare.
Quanta poesia nel descrivere il passaggio della vita, l’intrecciarsi al sogno, eppoi..
Un benefico nutrimento dell’anima