Harry Belafonte, nato il 1° marzo 1927 è morto il 25 aprile 2023. Lo ricordiamo con la sua più celebre interpretazione BANANA BOAT cui dette voce anche Adriano Celentano in una strana versione italiana
“Work all night on a drink of rum
(Daylight come and we want go home)
Stack banana ‘til the morning come
(Daylight come and we want go home)
Come Mister tally man, tally me banana” (clicca qui)
“ Ti uccidono da quando tu stai già in pancia
(Che casino che è scoppiato qua giù)
… E gli architetti son dei cani
(Concepiscono mostruosità)
Ti prego fulmina le loro menti
(Perché da loro nasce il vero terrore)” (clicca qui)
Il destino delle canzoni è spesso imprevedibile. Questa, nata come canto di lavoro che narra le fatiche dei raccoglitori di banane, finisce, nella versione italiana, a parlare di architetti e aborti. Ha però avuto la capacità di portare al successo Harry Belafonte. Il mondo ha così conosciuto un artista, non solo ambasciatore del Calypso, ma anche un uomo impegnato come pochi a lottare contro il razzismo e per i diritti civili. Nel 1963, donò $ 50.000, l’equivalente meno di mezzo milione oggi, per permettere a Martin Luther King di uscire di prigione. Inoltre fu in prima fila nella Freedom Summer, nella marcia del 1963 su Washington, nel boicottaggio dell’apartheid in Sud Africa e nel concerto We Are the World con Stevie Wonder, Michael Jackson, Bob Dylan e Cyndi Lauper. Di che tempra fosse fatto Harry Belafonte lo si capiva già dall’intensità con cui interpretava “Banana Boat.” A distanza di anni quelle due parole Banana e Boat, in altri contesti, impressionano ancora: “banane”, perché i razzisti le lanciano in campo ai giocatori di colore per insultarli, “barche” perché ricordano le tremende scialuppe di salvezza su cui salgono i migranti. Come Mister tally, tally me banana.