In panchina

Sono uscita a fare due passi, forse di più. Ho fatto il giro dal parco e poi a guardare intorno cose e case e al super per qualcosa di spesa, che non posso mangiare cerase anche stasera.
Avrei comprato fiori, ma ho preferito il pane, e insalata a julienne adatta per i formaggi, e cinque pere coscia non autartiche, e poi una costoletta di maiale che ogni tanto ci vuole anche carne senza ali.
Adesso son seduta in panchina e sto da dea, con i gruppetti di ragazzi che passano in chiacchiere e sembra già una bella cosa, i ciclisti che vanno per i vialetti scricchiolando i sassolini per terra, due veraci signore sudamericane che ridono sotto il bersò, preparando la tavolata per una cena all’aperto, l’arietta che si infila tra le foglie e le fa suonare, i merli che non conosco una categoria di volatili in libertà più chiacchierona, qualche cagnetto felice che porta in giro l’umano, il sole che si infiltra lentamente tra i rami dell’ippocastano solitario a sinistra, in questo lungo tramonto quasi estivo.
E così è calma, ma direi anche gioia.
Tu che ne dici!?.

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