In ricordo

Quasi da non credere che se ne sia andato davvero. Dopo decine e decine di scioperi della fame e della sete che si infliggeva da anni. Eravamo abituati, quasi non faceva più notizia, a vederlo magro e disidratato. Ricoverato contro la sua volontà con stuoli di presidenti della repubblica e politici di lignaggio in visita, a supplicarlo di smettere.

 

Ma lui niente. Liberale, liberista, libertario. Europeista e transnazionale. Laico e mangiapreti. Rompicoglioni come pochi. Le battaglie da vincere, specie quelle impossibili, lo rendevano ancora più audace, incurante di lacci e lacciuoli.

 

Era bello, da giovane, con quel profilo da dio greco e gli occhi color fiordaliso. Che ancora gli guizzavano, da vecchio, nel volto appassito.

 

Elitario, minoritario, deputato dal ’76 al ’92. Con una batteria di giovani adepti che moltiplicavano il suo verbo e combattevano le sue battaglie.

 

Ispiratore di tutti i referendum, antesignano dei sit-in e delle proteste civili.

 

Quasi a dispetto di se stesso se n’è andato Giacinto (detto Marco) Pannella. A modo suo padre indiscusso della Repubblica.

 

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