In ritardo

Sua moglie era entrata in coma nel tardo pomeriggio. Almeno per una volta, quella grandissima stronza aveva avuto il buongusto di fare una cosa in orario.
Negli ultimi quattordici anni, il marito non riusciva a ricordare una sola occasione in cui lei non lo avesse fatto arrivare in ritardo.
Consegna del premio come funzionario dell’anno? Ritardo! Per colpa della scelta della collana adatta all’abito.
La veglia sul letto di morte della madre? Ritardo! Perché non riusciva a ricordare in quale borsetta avesse lasciato le chiavi dell’auto.
Quell’oca con la permanente era riuscita ad essere in ritardo persino sull’incidente che avrebbe dovuto mandarla all’Onnipotente Orologiaio. Quando la polizia l’aveva contattato per dargli la notizia, lui scrutava ansioso le lancette della cucina già da venti minuti domandandosi cosa accidenti l’avesse trattenuta.
Due chiacchiere con la panettiera, avrebbe scoperto poco dopo.
Era sprofondata in coma alle ore 17.47: giocando con astuzia il ruolo del marito affranto che non riesce a sopportare la vista dell’amata sul letto di morte, forse sarebbe riuscito a tornare a casa in tempo. Non le avrebbe permesso di rovinargli anche questo.
Ci voleva un po’ di comprensione anche per lui: non riusciva a vedere il fischio d’inizio di una finale di calcio dal giorno del suo matrimonio.

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