Inni d’Italia

1831. Carlo Alberto manifestò l’esigenza di avere una nuova marcia che accompagnasse le sue uscite pubbliche. Giuseppe Gabetti, capomusica del 1° reggimento della brigata Savoia, compose la Marcia Reale d’ordinanza.

1834. Il 2 agosto il generale Pes di Villamarina ordinava con una circolare che venisse suonata ogni volta che le truppe defilavano “in parata”.

1848. Alla Marcia Reale fu affiancato l’Inno Sardo (S’hymnu sardu nationale), realizzato da Giovanni Gonella, su testo di Vittorio Angius.

1861. La Marcia reale divenne L’inno nazionale del Regno d’Italia.

1909. Giovanni Blanc e Nino Oxilia composero Il Commiato, inno goliardico dei laureandi, che cantava l’addio degli studenti al mondo degli studi. Con testi sempre diversi, diventò prima Inno degli Alpini, poi degli Arditi.

1925. Tale canzone col nuovo testo di Salvator Gotta fu l’Inno Trionfale del Partito Nazional Fascista col titolo di Giovinezza. Veniva eseguita nelle manifestazioni ufficiali, dopo la Marcia Reale.

1943. In seguito all’armistizio di Cassibile, il governo italiano stabilì che La Leggenda del Piave, composta da E. A. Mario, diventasse Inno nazionale provvisorio.

1944. Con il ritorno del re a Roma, la Marcia reale ritornò ad essere l’Inno nazionale.

12 ottobre 1946. Il Canto degli Italiani, noto anche come Fratelli D’Italia, composto da Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro diventò Inno nazionale provvisorio.

4 dicembre 2017. Fratelli d’Italia diventa Inno ufficiale de iure.

 

Goffredo Mameli fu un rivoluzionario italiano, giacobino, repubblicano, mazziniano. Il Canto degli italiani venne proibito dalla polizia sabauda fino al marzo 1848. La sua esecuzione venne vietata dalla polizia austriaca, che perseguì l’interpretazione canora – considerata reato politico – sino alla fine della prima guerra mondiale.

Fonti

S’hymnu sardu nationale: clicca qui 
Giovinezza: clicca qui
Canzone del Piave: clicca qui
Fratelli D’Italia: clicca qui   e anche qui
Il canto degli italiani: clicca qui

Infine clicca qui

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