Intemperie. Titolo lapidario. Un termine che evoca tempi difficoltosi non necessariamente legati agli agenti atmosferici, ugualmente avversi a chi ci si trova immerso. Le intemperie non lasciano scampo fino a quando non si superano, a meno che si soccomba.
Nel racconto di Carrasco succede a un bambino senza nome, in fuga da una famiglia senza amore, in un luogo senza identità e in un tempo indefinito.
Il bambino è così terrorizzato dall’idea di tornare alla sua vita precedente e alla sua famiglia da avventurarsi solo e senza aiuti per un cammino impervio, escogitando ogni possibile trucco per mimetizzarsi e far perdere le proprie tracce. Non ha una età precisa, è davvero poco più che un bambino indifeso, ma è forte, tenace e coraggioso. Se ne accorge alla prima occhiata un vecchio capraio solitario, in giro con i suoi animali per terre desolate e assolate. Anche il capraio non ha nome, ma è un onesto buon cristiano e si prende cura, offrendo soccorso e portandolo con sé, di questo trovatello mezzo disidratato, più morto che vivo, nel quale si è imbattuto per caso. Alle calcagna del fuggitivo c’è l’Ufficiale di Giustizia.
Già, un altro personaggio senza nome, ma con un titolo altisonante ed evocativo. Quale giustizia officia infatti un uomo così minaccioso da far preferire al bambino di rischiare la vita piuttosto che farsi riacciuffare? Un Ufficiale di Giustizia feroce che non si impietosisce neppure di fronte a un vecchio pastore malandato in cammino per una terra arida con un cane, un asino e qualche capra.
Ma il vecchio e il bambino comunicano perché riconoscono uno nell’altro quelle tre potenze evocate dalla statua del Cristo nel castello diroccato: la memoria, la comprensione, la volontà. In questo modo conquistano uno la fiducia dell’altro e, insieme finché possono, affrontano le intemperie del loro destino.
Jesús Carrasco narra in modo spietato ed elegante una vicenda drammatica, che è molto più di una semplice storia. È una parabola, una allegoria forse, ma non è importante definire questo spettacolare romanzo scritto in una lingua eccellente, cruda e spietata, senza voluttuosi estetismi.
Trasportato dalle parole nel tragitto dei due protagonisti anche il lettore soffre con loro la sete, la fame, le ferite, la paura, fino a conoscere i segreti del bambino. In un cammino lento ma mai fermo il lettore è intrappolato nella stessa battaglia per la sopravvivenza e non riesce a staccarsi dalle difficoltà del piccolo convoglio avido di una fine, di una via d’uscita. Attraverso le intemperie, appunto, sulle quali vincono la volontà e la giustizia, che non è mai giusta del tutto.
Un romanzo indimenticabile e doloroso come un pugno nello stomaco, di un autore alla sua prima prova narrativa da non perdere più di vista.
Intemperie, di Jesús Carrasco, traduzione di Andrea Carlo Cappi. © 2013 Salani editore, 192 pp. € 13, 90