Giornalista: «Bene, Babbo Natale… come va quest’anno?»
Babbo Natale: «Oh, bambolina, intanto cos’è questa confidenza? Dottor Natale, prego. Non cominciamo con tutto questo “volemose bene”. Io sono un serio imprenditore sul mercato da secoli, mi dia del lei come farebbe con un Marchionne.»
G:«Ah be’, mi scusi… sa la sua immagine di buon vecchio nonno in rosso…i bambini, la bontà, i regali…»
BN: «Senta cara, non cominciamo con questa storia: quello è un parto del mio ufficio marketing. Come quella favola della slitta con le renne! Ma crede che dopo secoli di lavoro vada in giro come un montanaro sfigato? Io ci ho la Ferrari in garage.»
G:«Una Ferrari al Polo Nord?»
BN: «Oh Madonna, co ‘sta storia del Polo! Ma le pare che sono così scemo? Ma dico io, secondo lei ci starei con i costi di trasporto, abitando là? E’ ovvio che abbiamo delocalizzato da quel dì. Al Polo ci teniamo giusto giusto un ufficio di rappresentanza, se dobbiamo ricevere qualcuno.»
G: «Ah, quindi, e la produzione dove si è spostata?»
BN: «Ma benedetta figliola, in Cina ed India, no? Ma lei lo sa quanto mi costava un Elfo lappone, con quei maledetti governi socialdemocratici scandinavi? Contributi, pensione, indennità di malattia…Ché, vogliamo scherzare? Quando si trovano dei Genii marocchini che per la stessa cifra ti fanno tutta la produzione dei giocattoli natalizi e per giunta esaudiscono anche tre desideri? E i folletti cinesi? Per dire, con due folletti cinesi rimpiazzo l’intera catena di impacchettamento. Niente sindacati e lavorano tutto il giorno per un pugnetto di riso, che invece gli Elfi lapponi, due palle così con la mensa con carne di renna e i sei mesi di notte artica che volevano comunque conteggiati in busta paga.»
G: «Ma come, lei sfrutta il lavoro nero?»
BN: «Bimba, ma dove vivi? La nostra impresa è cresciuta così, svegliati. Manodopera a basso costo in nero e soprattutto niente rispetto del copyright. Ho sempre copiato i giocattoli senza pagare royalties, io. E fregato le poste sulle affrancature. Perché pensi che consegnassimo di notte? Per evitare i controlli. Ho giusto ora mandato fuori un comunicato che aumenta i turni di lavoro e diminuisce gli stipendi: venticinque ore al giorno, grazie ad un accordo con i maghi del tempo, più eventuali straordinari. E se non me lo approvano, esco da ConfMagia, l’associazione che unisce streghe, folletti e spiriti. Tanto non me ne faccio niente di loro.»
G: «Ma lei è un mostro!»
BN: «Un mostro? Sono un imprenditore! Se pagassi tutto il dovuto sarei strozzato entro Capodanno. E poi creo lavoro nel mondo, no? E’ questo che ho detto all’ufficiale delle tasse, che mi contestava multe milionarie. Ho detto: “E io chiudo tutto e buona notte”. Pensa che settore enorme andrebbe in crisi se io mi fermassi. E centinaia di milioni di bimbi paffuti e piangenti. Non potete permettervelo, credetemi. Chiudete un occhio sul Natale, come lo chiudete sulle altre porcate per il resto dell’anno. Sono come le banche, ormai: too big to fail.»
G:«Ma.. ma… la bontà…lo spirito del Natale…»
BN: «Tesoro, ma allora tu credi davvero alle favole! Svegliati, una buona volta! E vedi di spostare quel catorcio di machina dal parcheggio, adesso. Devo andare nella mia sede distaccata degli States. Pare che Obama darà dei finanziamenti pubblici per mantenere lì almeno la produzione di sonagli per renne. Vediamo. Se cacciano i soldi bene, sennò ho già accordi con il Nepal. Sai quanti sonaglini fanno gli spiritelli nepalesi buddisti? E sorridono pure. Ciao, eh.»