Intorno ai nani e a Flavio Insinna

1971. Fabrizio De Andrè scrive la canzone “Un giudice”.
Testo tagliente, parole forti. “Cosa vuol dire avere un metro e mezzo di statura, ve lo rivelan gli occhi e le battute della gente… la maldicenza insiste, batte la lingua sul tamburo, fino a dire che un nano è una carogna di sicuro perché ha il cuore troppo vicino al buco del culo”.
Avesse scritto le stesse parole oggi, ne sono sicura, Fabrizio De Andrè avrebbe subito un processo mediatico peggio di quello a cui oggi è sottoposto Insinna. Il suo era un inno contro il pregiudizio, ma mai gli avrebbero permesso di associare la parola nano alla misura un metro e cinquanta, e per giunta di dire che “il cuore è troppo vicino al buco del culo” per la bassa statura… Inaccettabile nel 2017. Intere associazioni di nani e “presunti nani” come me, che sono alta davvero un metro e cinquanta, avrebbero imbracciato i forconi contro quello che da molti è ancora considerato un poeta. È ancora considerato tale forse solo perché è morto prima di oggi. Sono lontani i tempi in cui si poteva mostrare il lato umano senza venir massacrati.
2017. Flavio Insinna in un fuorionda osa riferirsi ad una concorrente con l’appellativo di “nana” in un momento di rabbia. “Striscia la notizia” sbatte l’audio in prima serata: non conta il fatto che Insinna non ce l’avesse con “la nana” ma con gli autori. Per Striscia l’importante è distruggere. Non c’è spazio per debolezze, umanità e sentimenti umani come la rabbia. Alzi la mano chi non si è mai incazzato sul lavoro.
Ma ormai la dinamite è esplosa. Nana non si può più dire. Bisogna stare sempre composti, la cravatta in ordine, il colletto non deve fare una piega. Perfetti come un foglio di carta ancora bianco.
Non senza una profonda amarezza penso che De Andrè sia stato fortunato a morire giovane. Se fosse ancora vivo avrebbero fatto in tempo a rovinargli la vita, me lo sento. Gli avrebbero fatto le pulci, Striscia la Notizia o qualche altro avvoltoio, perché quelli non lo sanno, Fabrizio, che “dietro ogni blasfemo c’è un giardino incantato”.

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